“Siamo vicini alla verità? Io ci credo, non mi sbilancio ma cerchiamo di fare chiarezza evidenziando gli errori nelle indagini, lasciamo lavorare la procura, teniamo sempre i fari accesi”. Piera Maggio è una mamma sofferente, ma non si è mai arresa. Né intende farlo oggi, ora che le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone vanno avanti dopo la riapertura del caso da parte della procura di Marsala. I magistrati stanno riesaminando la vecchia inchiesta e sono tornati ad indagare, a diciassette anni di distanza dalla sparizione della piccola da Mazara del Vallo, per capire se ci sono stati depistaggi o errori avvenuti nei primi giorni dell’inchiesta. Dettagli che potrebbero avere un peso in questa vicenda drammatica e ancora oggi oscura, in cui qualcuno conosce la verità, ma tace.
Oggi è stata presentata alla Camera una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Denise, con firmatari Alessia Morani e Carmelo Miceli, deputati del Partito democratico. “Sono una mamma sofferente da 17 anni – ha detto Piera Maggio, presente alla conferenza stampa di presentazione della pdl – . Oggi posso dire che lo Stato finalmente c’è, chiediamo allo Stato di fare luce sulla vicenda. La mia bambina, ora diventata ‘la figlia d’Italia’, è stata strappata ai suoi genitori, alle sue abitudini, ai suoi affetti. Viviamo un calvario da 17 anni e ci troviamo ancora qui a lottare per lei – ha spiegato la donna -. Non si può fare del male a una bambina per ritorsioni personali: Denise non è scomparsa da sola, non si è volatilizzata né è stata rapita dagli alieni, ma è stata presa da una mano vigliacca che l’ha portata via dal nostro amore”.
La commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone
Stando a quanto spiegato dai due deputati dem firmatari della proposta di legge, l’obiettivo della commissione parlamentare d’inchiesta è quello di “ricostruire in maniera puntuale le cause e i motivi alla base della scomparsa della bambina ed esaminare la compiutezza e l’efficacia dell’attività investigativa”, anche valutando eventuali inadempienze nella direzione e nello svolgimento delle indagini. Alessia Morani ha parlato di una vicenda segnata da troppi misteri. “C’è stato più di un depistaggio. Penso in primis alla mancata perquisizione della casa di Anna Corona nell’immediatezza dei fatti: quella perquisizione venne fatta a casa di altri – ha spiegato la deputata del Pd -. Ci sono state false testimonianze, c’è stato un inquinamento delle prove. Piera Maggio è una donna che combatte da troppi anni per avere verità e giustizia, Denise è diventata la figlia di tutti noi. Piera però non si è mai arresa. E con questa commissione parlamentare d’inchiesta proviamo a restituirle l’attenzione che le è mancata in tutti questi anni da parte delle istituzioni. Lo Stato c’è, non ha abbandonato la ricerca della verità”.
“A brevissimo auspichiamo di avere l’adesione di tutti i gruppi parlamentari per procedere spediti con l’istituzione della commissione e l’inizio dei lavori, rendendola operativa entro il mese di giugno – ha precisato Carmelo Miceli -. Non abbiamo l’intenzione di costruire una verità giudiziaria alternativa, ma abbiamo il dovere anche morale di provare a rivedere ciò che è accaduto, ciò che non ha funzionato, perché non è ammissibile che un nostro figlio o figlia sparisca così nel nulla. Ripercorreremo i fatti, a partire da alcune prove ritenute decisive (tra tutte le intercettazioni), per verificare l’interpretazione delle stesse. Verificheremo perché non ci sia stato un coordinamento nelle indagini tra carabinieri, polizia e procure, e perché negli anni si siano avvicendati tanti magistrati, ogni volta riprendendo faldoni e fascicoli d’indagine daccapo”, ha concluso.
Denise Pipitone: a che punto sono le indagini
La verità sembra essere vicina, anche se gli inquirenti mantengono uno stretto e comprensibile riserbo. La pista seguita, oggi come 17 anni fa, è sempre quella familiare. Nelle scorse ore si è diffusa la notizia di una possibile svolta nel caso: ci sarebbero due nomi iscritti nel registro degli indagati. La principale indiziata sarebbe Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, il papà biologico di Denise e attuale marito di Piera Maggio. Anna Corona è anche la madre di Jessica Pulizzi, sorellastra della bimba, processata e assolta in via definitiva dall’accusa di sequestro di persona. La posizione della Corona, inizialmente archiviata, sarebbe stata ora riaperta, e la donna sarebbe tornata a essere indagata assieme a Giuseppe Della Chiave, anche lui già precedentemente coinvolto nelle indagini. La notizia della loro iscrizione nel registro degli indagati è stata data nel corso della trasmissione televisiva Quarto Grado, condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Ma il condizionale è d’obbligo, perché al momento non ci sono conferme ufficiali da parte della procura di Marsala.
All’epoca dei fatti, nel 2004, le indagini si erano subito concentrate su Anna Corona dopo che la mamma di Denise aveva rivelato agli inquirenti che la bimba era figlia naturale di Pietro Pulizzi e non del marito Toni Pipitone. Proprio per questo motivo, secondo Piera Maggio sia l’ex moglie di Pulizzi che la figlia Jessica avrebbero nutrito un forte risentimento nei suoi confronti, ritenuta responsabile della fine del matrimonio. “Non ho paura della riapertura delle indagini, non posso aver paura di qualcosa che non ho fatto. Io ero al lavoro, se ci sono state delle coincidenze sono state vagliate in un processo durato 17 anni. Io e le mie figlie possiamo camminare a testa alta a Mazara”, aveva detto la donna ai giornalisti che in questi giorni sono tornati nuovamente a intervistarla, puntando il dito contro la “rivolta mediatica incivile e disumana” di cui la sua famiglia sarebbe rimasta vittima e che nuovamente l’aveva coinvolta.
Giuseppe Della Chiave è invece un nipote di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto, oggi deceduto, che aveva rivelato di aver visto la piccola Denise in un capannone di Mazara del Vallo in braccio al giovane intento a fare una telefonata. Secondo il racconto di Battista Della Chiave, dopo essere stata rapita la bambina sarebbe stata portata con un motorino verso un molo, avvolta in una coperta, prima di essere caricata su una barca. La testimonianza di Della Chiave, raccolta dall’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia di Denise, era stata contestata dai suoi familiari che avevano sostenuto come l’uomo non conoscesse il linguaggio dei segni. Davanti ai magistrati si era poi avvalso della facoltà di non rispondere. Nei giorni scorsi l’avvocato Giacomo Frazzitta ha ricevuto una lettera anonima, consegnata alla procura di Marsala, nella quale un testimone oculare riferirebbe di avere visto Denise in auto con altre persone, poco dopo il rapimento, mentre piangeva e chiedeva aiuto.
Nelle ultime ore è arrivata una nuova segnalazione attraverso i social, questa volta dall’Ecuador, su una ragazza che avrebbe una forte somiglianza con la piccola Denise. Diverse foto sarebbero state inviate a Piera Maggio e all’avvocato Giacomo Frazzitta. La redazione della trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?” ha contattato la giovane che ha smontato questa nuova tesi. “Mi chiamo Maria Grazia, ho 29 anni e vivo in Brasile. Non sono io Denise e non conoscevo la sua storia – ha detto rispondendo alle domande di una giornalista -. Non sono mai stata in Italia, c’è sicuramente una certa somiglianza ma non sono io”. L’ennesimo buco nell’acqua, aspettando la svolta attesa da 17 anni.
fonte: https://www.today.it/cronaca/denise-pipitone-rapita.html?fbclid=IwAR0CftTIY_yxYqufmCSPSp1R0UvjNZ3KMpkfq65Duhijn9TDpKUpApPlwjA
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