Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di un giovane lettore, che per motivi di privacy chiameremo con nome di fantasia Antonio:
“Ciao, ho 15 anni ed ho finito il primo anno di liceo scientifico a San Benedetto del Tronto (AP). Dopo che ho visto diversi ragazzi più o meno della mia età che si rivolgono a qualcuno perché costretti contro la loro volontà a non fare il vaccino per il Covid ho pensato di scrivervi per lo stesso motivo. I miei genitori sono entrambi vaccinati, come i miei nonni e molti dei miei amici. Inizialmente avevo dato per scontato che avrei prenotato il vaccino appena fosse stato possibile, invece così non è stato. Ho avuto interminabili discussioni con mio padre e con mia madre ma entrambi restano dell’idea che sono troppo piccolo e che non sono state effettuate sperimentazioni sufficienti, quindi potrei avere effetti collaterali nel lungo periodo. Io ovviamente mi fido ciecamente della scienza ma evidentemente mio padre (che è anche laureato) non la pensa allo stesso modo e io non so davvero che fare poiché sono minorenne e non ho voce in capitolo”.
I precedenti
Quella di Antonio non è l’unica esperienza di minorenne che per volontà dei genitori non riesce a vaccinarsi contro il Covid. Di qualche giorno fa è la notizia che un 17enne di Firenze, dopo essersi consultato con insegnanti e compagni di classe, ha deciso di rivolgersi a degli avvocati per rivendicare il suo diritto al vaccino perché “non ci sono alternative. Se voglio tornare a uscire, divertirmi, viaggiare, ma anche semplicemente frequentare i miei amici in sicurezza, devo vaccinarmi”. E sempre a Firenze Viola, a 16 anni, ha diffidato il padre no vax e si è vaccinata. “Ci sono stati momenti di scontro, io e mio marito siamo riusciti ad arrivare a un accordo e a una delega, che mi consentisse di seguire una volontà espressa da nostra figlia, solo grazie all’intervento di un legale”, ha spiegato la madre. “Mia figlia è un soggetto fragile da proteggere, ma è anche a rischio perché potrebbe subire danni dalla vaccinazione”, ha concluso la donna.
Cosa fare se i genitori sono contrari al vaccino
Come ha spiegato nei giorni scorsi l’avvocato Gianni Baldini, presidente dell’associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, “se i genitori sono contrari a vaccinare il figlio, la miglior strada sarebbe quella dell’istituto scolastico o di un’altra istituzione vicina al minore, che potrebbe attivare il servizio sociale territoriale affinché avvii un ricorso innanzi al tribunale competente”. Il tribunale, in ogni caso, dovrà ascoltare i desideri espressi dal “grande minore”, vale a dire colui che è vicino alla maggiore età e che si presume in grado di orientare consapevolmente le proprie scelte, come del resto testimoniano facoltà loro riconosciute in altri ambiti applicando le regole generali contenute nelle carte internazionali sui diritti dei fanciulli, a partire dai 12 anni. “Il giovane che vuole vaccinarsi contro la volontà dei genitori potrebbe attivare la procedura in diversi modi – ha continuato Baldini -, rivolgendosi al Garante dell’infanzia e dell’adolescenza. Un’altra modalità potrebbe essere quella di recarsi presso l’Ufficio Interventi Civili della Procura minorile che, in un verbale di ascolto, cristallizza la volontà del minore consentendo alla Procura minorile di chiedere l’apertura di un procedimento presso il Tribunale per i Minorenni che, a sua volta, nominerà un curatore speciale che sosterrà l’istanza del minore contro i genitori”.
Cosa raccomandano i pediatri
Si ricorda che anche i pediatri italiani, tramite la Sip, la Società italiana di Pediatria, con un documento pubblicato qualche giorno fa, ha raccomandato “in linea con le vigenti raccomandazioni ministeriali, la vaccinazione Covid-19 per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni privi di controindicazioni per gli specifici vaccini autorizzati per età”, non solo per proteggere i più piccoli contro la forma grave della malattia ma anche perché “in termini di sanità pubblica, la fascia di età pediatrica e adolescenziale può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nell’intera popolazione. Per questo, seppur l’obbiettivo primario della vaccinazione è quello di non sviluppare la malattia, l’opportunità di implementare un’offerta vaccinale universale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione dello stesso virus, ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso”.
fonte: https://www.fanpage.it/attualita/a-15-anni-i-miei-genitori-non-vogliono-farmi-vaccinare-contro-il-covid-che-cosa-possa-fare/
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