Erano le 11 del mattino del 25 maggio 2014 quando un 33enne residente a Isola Vicentina si reca in ospedale lamentando dolori, battito accelerato, sensazione di irrigidimento al collo e alle braccia. Dopo un elettrocardiogramma, giudicato anomalo, il paziente viene dimesso alle 13.01 con la diagnosi di “sindrome ansiosa”. Non passano che poche ore: la sera stessa il 33enne si ripresenta al Pronto Soccorso dell’ospedale: infermieri riportano di aver visto il paziente letteralmente trascinarsi sulla via verso l’accettazione. Sono le 20.12: soccorso sul posto, il giovane padre di una bimba di due anni viene dichiarato deceduto esattamente 40 minuti dopo per problemi cardiaci.
“I periti incaricati dal Tribunale hanno evidenziato una perdita di chance di sopravvivenza del paziente, a causa delle condotte dei sanitari, del 50 %” sottolinea l’avvocato Paolo Salandin dello studio legale Salandin di Montebelluna (Treviso), che segue la vicenda per conto della famiglia residente in provincia di Vicenza. Sono passati sette anni e nonostante i vari tentativi, giudiziari e non, di trovare un componimento bonario, l’Azienda Sanitaria non avrebbe risposto ai tentativi di conciliazione
Come spiegato dal legale in un intervento ospitato su Vicenzatoday, il Tribunale di Vicenza ha riconosciuto un risarcimento di oltre 650mila euro con una sentenza che l’Azienda Aulss 8 Berica ad oggi non avrebbe onorato. “Una ‘dimenticanza – sottolinea l’avvocato Paolo Salandin – che proprio non si spiega”. L’Aulss 8 non avrebbe fatto ricorso in Appello e, di conseguenza, dallo scorso settembre, la sentenza è passata in giudicato.
Non resta quindi che pagare ma il saldo non arriva. Il tutto sulle spalle di una famiglia, in particolare della moglie della vittima che ancora oggi non riesce ad accettare la scomparsa di un marito che, all’epoca dei fatti, aveva solo 33 anni, padre di una bimba di appena due anni.
fonte: https://www.today.it/cronaca/ansia-morto-risarcimento.html?fbclid=IwAR3ZVYfLKlFDo2k8iXMQN3uhK2y7P3SqcKvRt7VWWmvpOqd2oE5dWmMKjeQ
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