La storia famigliare, la vita privata, la moglie e la presunta amante; le figlie legittime e i figli che sarebbero sempre stati tenuti al riparo dai riflettori: tutto ciò che attiene alla persona Valdimir Putin diventa tema di interesse mondiale in questi giorni, già tristemente entrati nella storia perché devastati dall’invasione della Russia in Ucraina.
All’interrogativo sui motivi più profondi che hanno spinto il presidente russo ad iniziare una guerra efferata risponde oggi Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2 e scrittore che ha studiato a lungo la persona e la personalità di Putin prima di pubblicare, nel 2015, il libro Putin, vita di uno zar. “Non si può comprendere ciò che sta facendo e dicendo Putin adesso, né certi suoi risvolti psicologici, se non si conosce a fondo la sua storia e quello che ha passato nella vita” racconta al settimanale Chi.
La morte del fratello di 9 anni
Sangiuliano ricorda che Putin è nato nel 1952 a Leningrado, attuale San Pietroburgo, dopo che la Seconda guerra mondiale aveva fatto più di 700mila morti in città e ucciso anche Viktor, il suo fratellino di 9 anni. “Vladimir cresce con la sindrome dell’attacco, dell’assediato, un trauma che porterà con sé per sempre” spiega il giornalista. Piccolo di statura, ma molto intelligente, Vlad ha solo 12 anni quando legge Lo scudo e la spada, un bestseller che narra le gesta di una spia sovietica e che lo indurrà ad entrare nei servizi segreti russi. Da colonello del Kgb, poi, assiste alla dissoluzione dell’impero comunista. “Da allora coltiva il sogno di ricostruire quella situazione egemonica” dice ancora Sangiuliano, “è un uomo che preferisce agire nelle tenebre”.
Le paranoie di Putin
La storia personale e famigliare, dunque, avrebbe determinato la personalità di Putin incline ad avere tutto sotto assoluto controllo. Secondo Sangiuliano, il presidente russo è una persona paranoica e la pandemia ha determinato una certa involuzione: “Si è isolato, rinchiuso in se stesso e ha perso il contatto con la realtà. Incontra soltanto pochi fedelissimi e a distanza (…) yes men che lo temono, sia sul piano personale sia per il fatto che potrebbero perdere tutti i loro privilegi”.
Quanto alla guerra in atto, poi, il giornalista sostiene che sia stata pensata e programmata da tempo: “Anni in cui Putin ha riorganizzato con calma il riarmo della Russia con questo obiettivo: riportare sotto il suo controllo quei territori che costituivano la vecchia Unione Sovietica”.
La sindrome dell’accerchiato
Il giornalista fa ancora riferimento alla “sindrome dell’accerchiato” come motivo che avrebbe spinto Putin a saldare un’alleanza con la Cina per coltivare il suo obiettivo imperialista che ha anche ragioni economiche e strategiche. “Ma anche lui ha sottovalutato la situazione” commenta Sangiuliano: “Non si aspettava affatto una reazione di questo tipo dagli ucraini e nemmeno le dure reazioni dall’Occidente. È scollato dalla realtà”.
fonte: https://www.today.it/media/putin-malattia.html?fbclid=IwAR1sme2HxiEc579PDicPmPDiW6vaGDBQUBX8RyGnQSieiprcdfvhBYgDVFE
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