Continuano a uscire particolari su Gabriele Bianchi, in carcere perché imputato insieme al fratello Marco e ad altri due giovani di Artena del brutale omicidio del ventunenne Willy Monteiro Duarte, nella notte tra il 5 e il 6 settembre dell’anno scorso a Colleferro. Chiuso in cella Bianchi non si è dovuto preoccupare solo delle minacce degli altri detenuti, ma anche della gelosia della fidanzata per via delle ammiratrici e del cambio dal nome scelto per il figlio: «Aureliano sembra Suburra!».
Gabriele Bianchi è in carcere con i fratello Marco ed altri due complici per il brutale assassinio di Willy Monteiro Duarte e, mentre è impegnato a difendersi dagli altri detenuti che lo minacciano, si è dovuto preoccupare anche della gelosia della fidanzata e del nome da dare al figlio. Da quanto emerge dalla perizia sulle intercettazioni effettuate a Rebibbia dai carabinieri e date da “Repubblica” il crimine commesso da Bianchi avrebbe avuto un effetto calamita su alcune ragazza, che avrebbero cominciato a scrivergli in carcere rendendo la fidanzata gelosa: «Quelle ti vedono ai Tg – ammonisce lei – e scrivono a Rebibbia». L’imputato la tranquillizza e le promette amore eterno: «Io ti sto dicendo che io per te adesso, adesso, questa cosa non l’ho mai provata nei tuoi confronti, mai, però adesso io ti amo sopra ogni cosa, ok? Ti sto dicendo io per te venderei la mia anima al diavolo, per rista’ con la famiglia mia e con te. Cioè io voglio invecchiare con te. Non so se tu lo capisci».
Un altro problema è il nome da dare al figlio. Quando è stato arrestato mancava poco al parto della fidanzata e il nome scelto era stato quello di Aureliano, che però ricorda troppo il protagonista di Suburra: «Il 30 ottobre – spiega la fidanzata – riesce la serie nuova di Suburra, si chiama il ritorno di Aureliano, non si può proprio chiamà. Vi contestano a voi proprio ogni cosa… lo stile di vita… di qua e di là, io vado a chiamà un figlio Aureliano? Che lo so che non c’è niente di male, io, ma tu non ti rendi conto del fuori, tesò. Cioè quello va a scuola, massacrato, appena arriva, tesò». A Bianchi però non va bene neanche il nome Leonardo: «Non chiamate figlio come un salame…aho, mi incazz* come una bestia».
fonte: https://www.leggo.it/italia/roma/gabriele_bianchi_fidanzata_carcere_figlio_news-6205455.html?fbclid=IwAR2l3R7Q6035pHu6FhQZxY0WW1mmrYzyYvurzXkXScZNAqLZywuZnn0lhmQ
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